24 febbraio 2010

Essere Onesti: un gesto Rivoluzionario!

Tratto da un'intervista rilasciata da Elio a "Il Fatto Quotidiano"

In merito alle vicende Sanremesi Elio esordisce dicendo che auspicava una vittoria del Principe perché in questo caso sarebbe esplosa una rivolta. Di questo non sono per niente convinta. Tuttavia condivido pienamente quanto afferma sull'essere estremisti.

Mi infastidisce e mi rattrista essere contornata da gente annichilita, apatica, che vive tenendo un profilo basso perché non crede più a nulla. Sono stufa di chi resta in punta di piedi a guardare la vita passare, chiedendosi quale sia il suo ruolo, senza capire che un ruolo ce l'ha ogni giorno. Possiamo fare qualcosa per questo paese che cola a picco ogni minuto, smettendola di essere mediocri nei nostri gesti quotidiani e pretendendo la stessa cosa dagli altri. Affrontando chi fa il furbo a muso duro, facendogli capire che quello fuori dal coro è lui, che essere furbi a discapito degli altri e del bene pubblico è una cialtroneria e non una cosa di cui vantarsi. Quest'Italia è lo specchio di quello che siamo nella nostra quotidianità. Smettiamola di fare i furbi e rimbocchiamoci le maniche per ricostruire un paese più vivibile, fatto di gente onesta, che tiene alla legalità! Il rischio è di finire come la Grecia, un paese in cui un quarto della popolazione è impiegata nella pubblica amministrazione e in cui la tangente è una realtà anche per ricevere cure negli ospedali.

Intervista:

"Se oggi si legge il testo de La terra dei cachi sembra profetico. Parlavate di "appalti truccati", di "abusi sessuali abusivi". Eravate veggenti o in realtà l’Italia è sempre la stessa?

Eravamo avanti. Il primo maggio 1991 cantavamo Ti amo Ciarrapico venendo oscurati dalla Rai. Però, purtroppo, l’Italia è sempre identica a se stessa. Corruzione e prostitute ci sono sempre state. La novità è che oggi si applicano allo schifo sofisticati metodi di marketing. Le prostitute si chiamano escort e sembra normale averle come benefit. La vera novità, rispetto ad allora, è far sembrare ovvi comportamenti schifosi. L’altra novità è che, invece di vergognarsi dello schifo, si rivendica con orgoglio. Berlusconi infatti si vanta.

La terra dei cachi, se fosse presentata oggi a Sanremo, farebbe lo stesso effetto?

No, perché non farebbe più ridere. Oggi la realtà fa così schifo che fare satira è difficile.

Per provocare, che brano proporreste?

La storia di un marito e una moglie sposati da trent’anni, che si amano e hanno figli educati. Cantare bene, suonare bene, studiare: questi, oggi, sono atti estremisti. Il vostro giornale, per esempio, viene visto come estremista perché dice che bisogna rispettare la legge. Anch’io, per fare l’estremista, insegnerò ai miei figli ad essere onesti.

Non c’è più nulla da ridere?

Quando ti raccontano una barzelletta cento volte, mica continui a divertirti. Io, almeno, sono arrivato a questo punto. Questo paese non mi fa più ridere. Ma bisogna continuare a fare resistenza.

17 febbraio 2010

Stand by me, Ricordo di un'estate.




Stand by Me è un film statunitense del 1986 diretto da Rob Reiner, tratto dal racconto Il corpo (The Body) di Stephen King.

Il regista narra con semplicità e intimità l'avventura di 4 adolescenti, Gordie, Teddy, Vern e Chris, che partono alla ricerca del cadavere di Ray Brower, un ragazzo scomparso tre giorni prima a Chamberlain. I quattro sono spinti alla ricerca dal forte desiderio di riscattarsi e diventare degli eroi agli occhi della comunità. All'inizio sembra che il regista voglia raccontare la storia di una ragazzata, invece ci mostra una storia di formazione. I protagonisti passeranno solo una notte fuori casa, ma al ritorno non saranno più gli stessi perché hanno compiuto un rito di passaggio. Partiti bambini, torneranno adolescenti.

Un film vibrante e commovente che mostra quanto sia acerbo il dolere di chi vive senza figure genitoriali di riferimento, quanto sia facile perdersi e lasciarsi andare quando alle spalle non senti l'amore e il sostegno di una stirpe. La storia più toccante è certamente quella di Teddy. Un ragazzo strano, folle, impazzito all'idea che il padre abbia tentato di ammazzarlo. Accettare questa realtà è impossibile, tanto che trasformerà la figura del padre in quella di un eroe da imitare. Sarebbe disposto ad uccidere chiunque osasse insultare quel suo padre pazzo, quel suo padre eroe.

Il film parla di una grande vuoto, ma al tempo stesso narra la riscoperta della dimensione della ritualità come formula di transizione e sostegno per attraversare le varie tappe della vita.

Gli elementi del rito ci sono tutti: il buio, la paura, il fuoco, lo scontro con gli adulti della tribù, ma soprattutto c'è la morte, quella vera. Di cadaveri questi ragazzi ne hanno tanti davanti agli occhi tutti i giorni: ci sono i genitori, gli insegnanti, i compaesani. Un mondo popolato di gente chiusa nei propri dolori, che non ha nulla da offrire, se non il giudizio e la condanna. Ma quella con cui si confrontano i protagonisti invece è una morte reale. Di fronte ad un cadavere cade ogni atteggiamento puerile, lasciando spazio alla sacralità. Il passaggio dalla paganità dell'infanzia alla sacralità dell'età adulta è un altro elemento della ritualità.

Tematiche profonde che si nascondono dietro la storia di una grande amicizia e di una grande opportunità: quella di farcela a sollevarsi da terra anche quando senti che non ci sono radici a tenerti ancorato in questo mondo. E' dura, ma è possibile farlo. L'importante è che ci sia un po' d'amore, magari quello di un amico, a farti sentire che almeno qualcuno è dalla tua parte (Stand by me).