30 gennaio 2011

Anche se non trovi le parole.....



La comunicazione pubblica ci sta abituando ad un linguaggio violento e pregiudizievole che aumenta le incomprensioni tra le persone e rende la comunicazione sempre più superficiale e casuale.
Presupposto per la comprensione reciproca è la volontà di costruire un dialogo, di prendersi il tempo per farlo, di sintonizzarsi emotivamente con l'altro, per creare dentro se stessi il vuoto necessario ad un ascolto incondizionato, senza pregiudizi e senza difese nei confronti di chi abbiamo di fronte.
Altrettanto importante è capire quali sono i propri bisogni e saperli esprimere in maniera non aggressiva.
In questo modo la comunicazione diventa uno spazio condiviso, in cui c'è un posto per sé e per l'altro, un luogo magico in cui arricchirsi reciprocamente e comprendersi.
Buona settimana a tutti!

20 gennaio 2011

La noia, la noia....




Come sia possibile sopportare la vera e profonda noia di non fare con scrupolo tutto ciò che si fa, foss'anche battere un chiodo, è difficile spiegarlo.

(A. Ronchey)

12 gennaio 2011

La responsabilità universale...

"Mentre il ventunesimo secolo è già iniziato, scopriamo che il mondo è diventato più piccolo e che i popoli della terra formano quasi una sola comunità. Ci uniscono i gravi problemi che abbiamo di fronte: la sovrappopolazione, l'esaurimento delle risorse naturali e una crisi ambientale che minaccia l'aria, l'acqua, gli alberi e il vasto numero di meravigliose forme di vita che costituiscono il reale fondamento dell'esistenza su questo piccolo pianeta che condividiamo. Io credo che per affrontare queste sfide dei nostri tempi, gli esseri umani debbano sviluppare un maggior senso di responsabilità universale. Ognuno di noi deve imparare a lavorare non solo per se stesso, per la propria famiglia o per il proprio paese, ma per il beneficio di tutta l'umanità. La responsabilità universale è la vera chiave della sopravvivenza umana". ( il XIV° Dalai Lama)


Credo fermamente in questo ed è il movente di gran parte delle mie scelte!
Credo nella possibilità di un mondo diverso e anche se costruirlo è faticoso, io non mi tiro indietro.
E' una fatica che dà soddisfazione!


Matilda

01 gennaio 2011

Bellezza d'oriente - Ore Giapponesi (Fosco Maraini)



Al ritorno da un concerto un po' troppo underground per i miei gusti, sento il bisogno di deliziarmi con qualcosa di soave, di bello. 
Scelgo dalla mia libreria "Ore Giapponesi", di Fosco Maraini. Una bella edizione del 1957, regalatami tempo fa da una persona che mi ha insegnato tanto sul valore delle cose dal sapore antico.
E il libro comincia così.


"Bisogna por mente per un istante ad alcune differenze nei pilastri
fondamentali degli universi d'Asia e d'occidente. Da noi la bellezza
ha un non so che d'essenzialmente solare e radioso, per cui celarla
sarebbe un controsenso; essa s'accompagna quasi necessariamente ad una
certa esigenza di fulgore....Il bello non solo deve splendere, ma è
legato da sottili, antiche e profonde vene sotterranee con la verità.
Tutto il nostro pensiero estetico da Aristotele a Croce, verte sulle
relazioni del bello col vero. E così le nostre città si proclamano in
piazze e viali, colonnate e palazzi. La loro bellezza si espande al
sole, è costruita, organica. Sono figlie dell'ordine sociale e della
tecnica, ma anche della dialettica e della geometria.
In Giappone invece la bellezza è iniziatica, la si merita, è il premio
d'una lunga e talvolta penosa ricerca, è finale intuizione, possesso
geloso. Il bello ch'è bello subito ha già in sé molto spirito di
volgarità. Le relazioni storiche di questo concetto, piuttosto che al
vero e all'intelletto, ci portano all'intuizione-illuminazione
(satori), al gusto (shumi) ed al cuore (kokoro). [In Giappone] Il
bello essendo sempre recondito, è necessariamente aristocratico. Le
città giapponesi sono semplici strumenti di vita e lavoro, enti
provvisori che servono i loro fini meramente pratici. La bellezza
naturalmente c'è, ma bisogna prima desiderarla, cercarla, e forse
finalmente sarà dato scoprirla; poi una volta conquistata, essa ti
disseta con raffinatezze inimmaginate altrove, tra giardini seclusi e
templi, o ville, dove si realizza davvero la comunione perfetta
dell'uomo con quanto lo circonda. E' la bellezza come isola, momento,
parola sussurrata, attimo; è qualità pura, ebbrezza di cui resterà poi
sempre eterna nostalgia.”


Quale migliore inizio per prendere sonno, in una notte in cui i desideri non vogliono cedere il passo ai sogni.