01 gennaio 2011

Bellezza d'oriente - Ore Giapponesi (Fosco Maraini)



Al ritorno da un concerto un po' troppo underground per i miei gusti, sento il bisogno di deliziarmi con qualcosa di soave, di bello. 
Scelgo dalla mia libreria "Ore Giapponesi", di Fosco Maraini. Una bella edizione del 1957, regalatami tempo fa da una persona che mi ha insegnato tanto sul valore delle cose dal sapore antico.
E il libro comincia così.


"Bisogna por mente per un istante ad alcune differenze nei pilastri
fondamentali degli universi d'Asia e d'occidente. Da noi la bellezza
ha un non so che d'essenzialmente solare e radioso, per cui celarla
sarebbe un controsenso; essa s'accompagna quasi necessariamente ad una
certa esigenza di fulgore....Il bello non solo deve splendere, ma è
legato da sottili, antiche e profonde vene sotterranee con la verità.
Tutto il nostro pensiero estetico da Aristotele a Croce, verte sulle
relazioni del bello col vero. E così le nostre città si proclamano in
piazze e viali, colonnate e palazzi. La loro bellezza si espande al
sole, è costruita, organica. Sono figlie dell'ordine sociale e della
tecnica, ma anche della dialettica e della geometria.
In Giappone invece la bellezza è iniziatica, la si merita, è il premio
d'una lunga e talvolta penosa ricerca, è finale intuizione, possesso
geloso. Il bello ch'è bello subito ha già in sé molto spirito di
volgarità. Le relazioni storiche di questo concetto, piuttosto che al
vero e all'intelletto, ci portano all'intuizione-illuminazione
(satori), al gusto (shumi) ed al cuore (kokoro). [In Giappone] Il
bello essendo sempre recondito, è necessariamente aristocratico. Le
città giapponesi sono semplici strumenti di vita e lavoro, enti
provvisori che servono i loro fini meramente pratici. La bellezza
naturalmente c'è, ma bisogna prima desiderarla, cercarla, e forse
finalmente sarà dato scoprirla; poi una volta conquistata, essa ti
disseta con raffinatezze inimmaginate altrove, tra giardini seclusi e
templi, o ville, dove si realizza davvero la comunione perfetta
dell'uomo con quanto lo circonda. E' la bellezza come isola, momento,
parola sussurrata, attimo; è qualità pura, ebbrezza di cui resterà poi
sempre eterna nostalgia.”


Quale migliore inizio per prendere sonno, in una notte in cui i desideri non vogliono cedere il passo ai sogni. 

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