08 dicembre 2011

Ode al presente - Pablo Neruda

Questo
presente
liscio
come una tavola,
fresco,
quest'ora,
questo giorno
terso
come una coppa nuova
- del passato
non c'è una sola
ragnatela -
tocchiamo
con le dita
il presente,
ne scolpiamo
il profilo,
ne guidiamo
il germe,
è vivente,
vivo,
non ha nulla
dell'ieri irrimediabile,
del passato perduto,
è nostra
creatura,
sta crescendo
in questo
momento, sta trasportando
sabbia, sta mangiando
nelle nostre mani,
prendilo,
non lasciarlo scivolare,
che non sfumi in sogni
o in parole,
afferralo,
trattienilo
e dagli ordini
finché non ti obbedisca,
fanne strada,
campana,
macchina,
bacio, libro,
carezza,
taglia la sua deliziosa
fragranza di legname
e con essa
fatti una sedia,
intrecciane
lo schienale,
provala,
o anche
una scala!

Sì,
una scala,
sali
nel presente.
gradino
dopo gradino,
fermi
i piedi sopra il legno
del presente,
verso l'alto,
verso l'alto,
non molto in alto,
soltanto
fin dove tu possa
riparare
le grondaie
del tetto,
non molto in alto,
non andartene in cielo,
raggiungi
le mele,
non le nuvole,
quelle
lasciale
andare per il cielo, andare
verso il passato.
Tu
sei
il tuo presente,
la tua mela:
prendila
dal tuo albero,
innalzala
nella tua
mano,
brilla
come una stella,
toccala,
addentala e incamminati
fischiettando per strada.

12 aprile 2011

La tua vita non è una parte... Vivi da Protagonista!


“La maschera è un mezzo ambiguo, dietro il quale da un lato la verità ama nascondersi per salvaguardare la propria profondità; ma che dall'altro noi utilizziamo per non vedere la realtà, per sfuggire da essa”.
Se vuoi capire quali maschere dominano la tua vita,  i ruoli che ti trovi a giocare, tuo malgrado, ti aspettiamo il 06.07.08 Maggio nella fantastica cornice naturalistica di Malga Albi.
Brochure corso al seguente indirizzo:
www.shizuka.it/shiatsu/news_shiatsu_roma.html

Vi ringrazio anticipatamente se vorrete segnalare il corso a persone interessate. 
Grazie!
Matilda

11 aprile 2011

Wall-e & Eve




Questo video mi ha intenerito e mi ha strappato due risate;-)


Matilda

03 aprile 2011

I Gabbiani di Bernardo Atxaga



Tutti i pomeriggi
si radunano i gabbiani
davanti alla stazione ferroviaria: 
Lì ripensano ai loro amori.

Nel loro libro di memorie 
due fiori di sandalo:
uno segna la pagina dei ponti,
l’altro quella dei suicidi.

E conservano anche una fotografia 
del mendicante che una volta trasportava 
gli scarti del mercato

Ma il loro piccolo cuore
lo stesso degli equilibristi –
per nulla sospira tanto
come per quella pioggia sciocca
che quasi sempre porta il vento
che quasi sempre porta il sole




Quel sole che arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia...





10 marzo 2011

Una piccola fuga dalla routine...



Oggi non ho resistito, fuga dal lavoro e via..... al mare.
Condivido con voi un po' della bellezza di questa giornata.
Buonanotte a tutti.

27 febbraio 2011

Mary and Max di Adam Elliot

“”Mary and Max” è un cartone animato australiano, girato in stop motion, anzi in clay animation, la tecnica utilizzata anche per “Galline in fuga” della Aardman.
Un film d'animazione coraggioso e straordinario, che affronta il tema della solitudine, del disagio psichico e che non cede nulla allo spettatore, neanche un lieto fine. Si ride con amarezza e non si può non provare tenerezza per questi due splendidi personaggi.
Mary and Max” ha aperto il  Sundance del 2009, ma non abbiamo avuto l'onere di vederlo nelle sale italiane...



18 febbraio 2011

Pubblicità intelligente....



Trovo incantevole questo corto d'animazione in stop motion. 
Entrato nel Guiness dei Primati per il personaggio d'animazione più piccolo del mondo e realizzato con un microscopio portatile a basso costo che si interfaccia con un cellulare Nokia N8. Questo microscopio inventato all'università di Berkley permetterà di fare diagnosi a distanza in paesi in piena emergenza sanitaria. 
Una pubblicità davvero intelligente. Interessante anche il video sul making of: 


http://www.youtube.com/watch?v=XTbzSiwbRfg&feature=channel


03 febbraio 2011

Robert Frost: La strada non presa




Divergevano due strade in un bosco
Ingiallito, e spiacente di non poterle fare
Entrambe essendo uno solo, a lungo mi fermai
E ne guardai una lontano quanto potevo
fin dove svoltava nel sottobosco.
Poi presi l'altra, che era buona ugualmente
E aveva forse i titoli migliori
Perché era erbosa e sembrava poco battuta;
Benché, in fondo, il passar della gente
Le avesse invero segnate più o meno lo stesso, 

Perché nessuna in quella mattina mostrava
Sui fili d'erba l'impronta nera d'un passo.
Oh, la prima lasciavo a un altro giorno!
Pure, sapendo bene che strada porta a strada,
Dubitavo se mai sarei tornato indietro. 

Questa storia racconterò con un sospiro
Chissà dove fra molto molto tempo:
Divergevano due strade in un bosco e io...
Io presi la meno battuta,
E di qui tutta la differenza è venuta.


30 gennaio 2011

Anche se non trovi le parole.....



La comunicazione pubblica ci sta abituando ad un linguaggio violento e pregiudizievole che aumenta le incomprensioni tra le persone e rende la comunicazione sempre più superficiale e casuale.
Presupposto per la comprensione reciproca è la volontà di costruire un dialogo, di prendersi il tempo per farlo, di sintonizzarsi emotivamente con l'altro, per creare dentro se stessi il vuoto necessario ad un ascolto incondizionato, senza pregiudizi e senza difese nei confronti di chi abbiamo di fronte.
Altrettanto importante è capire quali sono i propri bisogni e saperli esprimere in maniera non aggressiva.
In questo modo la comunicazione diventa uno spazio condiviso, in cui c'è un posto per sé e per l'altro, un luogo magico in cui arricchirsi reciprocamente e comprendersi.
Buona settimana a tutti!

20 gennaio 2011

La noia, la noia....




Come sia possibile sopportare la vera e profonda noia di non fare con scrupolo tutto ciò che si fa, foss'anche battere un chiodo, è difficile spiegarlo.

(A. Ronchey)

12 gennaio 2011

La responsabilità universale...

"Mentre il ventunesimo secolo è già iniziato, scopriamo che il mondo è diventato più piccolo e che i popoli della terra formano quasi una sola comunità. Ci uniscono i gravi problemi che abbiamo di fronte: la sovrappopolazione, l'esaurimento delle risorse naturali e una crisi ambientale che minaccia l'aria, l'acqua, gli alberi e il vasto numero di meravigliose forme di vita che costituiscono il reale fondamento dell'esistenza su questo piccolo pianeta che condividiamo. Io credo che per affrontare queste sfide dei nostri tempi, gli esseri umani debbano sviluppare un maggior senso di responsabilità universale. Ognuno di noi deve imparare a lavorare non solo per se stesso, per la propria famiglia o per il proprio paese, ma per il beneficio di tutta l'umanità. La responsabilità universale è la vera chiave della sopravvivenza umana". ( il XIV° Dalai Lama)


Credo fermamente in questo ed è il movente di gran parte delle mie scelte!
Credo nella possibilità di un mondo diverso e anche se costruirlo è faticoso, io non mi tiro indietro.
E' una fatica che dà soddisfazione!


Matilda

01 gennaio 2011

Bellezza d'oriente - Ore Giapponesi (Fosco Maraini)



Al ritorno da un concerto un po' troppo underground per i miei gusti, sento il bisogno di deliziarmi con qualcosa di soave, di bello. 
Scelgo dalla mia libreria "Ore Giapponesi", di Fosco Maraini. Una bella edizione del 1957, regalatami tempo fa da una persona che mi ha insegnato tanto sul valore delle cose dal sapore antico.
E il libro comincia così.


"Bisogna por mente per un istante ad alcune differenze nei pilastri
fondamentali degli universi d'Asia e d'occidente. Da noi la bellezza
ha un non so che d'essenzialmente solare e radioso, per cui celarla
sarebbe un controsenso; essa s'accompagna quasi necessariamente ad una
certa esigenza di fulgore....Il bello non solo deve splendere, ma è
legato da sottili, antiche e profonde vene sotterranee con la verità.
Tutto il nostro pensiero estetico da Aristotele a Croce, verte sulle
relazioni del bello col vero. E così le nostre città si proclamano in
piazze e viali, colonnate e palazzi. La loro bellezza si espande al
sole, è costruita, organica. Sono figlie dell'ordine sociale e della
tecnica, ma anche della dialettica e della geometria.
In Giappone invece la bellezza è iniziatica, la si merita, è il premio
d'una lunga e talvolta penosa ricerca, è finale intuizione, possesso
geloso. Il bello ch'è bello subito ha già in sé molto spirito di
volgarità. Le relazioni storiche di questo concetto, piuttosto che al
vero e all'intelletto, ci portano all'intuizione-illuminazione
(satori), al gusto (shumi) ed al cuore (kokoro). [In Giappone] Il
bello essendo sempre recondito, è necessariamente aristocratico. Le
città giapponesi sono semplici strumenti di vita e lavoro, enti
provvisori che servono i loro fini meramente pratici. La bellezza
naturalmente c'è, ma bisogna prima desiderarla, cercarla, e forse
finalmente sarà dato scoprirla; poi una volta conquistata, essa ti
disseta con raffinatezze inimmaginate altrove, tra giardini seclusi e
templi, o ville, dove si realizza davvero la comunione perfetta
dell'uomo con quanto lo circonda. E' la bellezza come isola, momento,
parola sussurrata, attimo; è qualità pura, ebbrezza di cui resterà poi
sempre eterna nostalgia.”


Quale migliore inizio per prendere sonno, in una notte in cui i desideri non vogliono cedere il passo ai sogni.