26 settembre 2010

Fernand Braudel - Storia, misura del mondo

“Per tutta la Battaglia di Sadowa, i Prussiani sembravano avere la peggio...Bismarck, presente alle operazioni, ha deciso, perduta ogni speranza, di trovare la morte nell'ultima carica di cavalleria. Egli non appartiene alla schiera di coloro che sanno stare con le mani in mano quando scorre il sangue di soldati. Come può non disperarsi, non sentirsi schiacciato dalla responsabilità? Accende un sigaro e promette a se stesso, quando lo avrà finito, di spronare a fondo il cavallo. Unica soluzione, morire caricando il nemico...Infatti se quegli uomini si stanno scannando, di chi è la colpa se non sua, chi lo ha voluto se non lui stesso?
Ma non è così! Se Bismarck si trova su quel campo di battaglia una ragione c'è ed è che, da almeno un secolo, milioni di tedeschi hanno sognato l'unità della Germania facendo schioccare i boccali di birra sui loro Stammtische ... La Germania, assai prima di Bismarck, esisteva già, come gruppo di interessi economici, dal giorno in cui era stato realizzato lo Zollverein. Se Bismarck è a Sodowa, roso da dubbi mortali, lo si deve soltanto alla forza delle cose, alla volontà degli uomini tedeschi. Egli è soltanto il loro delegato!”.
Se nella lettura ci fossimo fermati alla scena in cui Bismark spegne il suo sigaro, si parlerebbe di storia evenemenziale, cioè di una Storia incentrata sul singolo avvenimento o sul singolo personaggio.
Braudel ci offre una chiave di lettura più ricca: ci parla di un altro personaggio, il popolo tedesco.
Il suo concetto di Storia eccede la vita dei singoli, in essa riconosce una tendenza profonda fatta di grandi mutamenti e grandi congiunture, di tendenze che scorrono a velocità diverse: le vite degli uomini, gli avvenimenti che mutano di giorno in giorno, ma anche altre correnti, che mutano di anno in anno, di secoli in secoli.
La Storia di cui ci parla Braudel è tridimensionale: la nozione di Spazio acquista una suo ruolo, importantissimo. Forse più del tempo. “Perché la società vive di spazio, lo utilizza, lo sistema e lo consuma!”
Storia misura del mondo è un libro molto affascinante, che offre strumenti preziosi di analisi, ma al tempo stesso è ricco di squarci narrativi ed evocativi.
La scena che ho descritto sopra sembra quasi leoniana.
Anche quando Braudel parla del Magreb, definendolo un'isola fra il mare e il deserto, fra due diverse realtà economiche: quella del Sahara, del mare e delle carovane, da un lato, e quella dei pochi mercanti dall'altro, dipinge scene che accendono la mia fantasia, tanto che in alcuni momenti mi sembra di leggere un romanzo d'avventura...invece è un libro sul metodo storico!

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