06 ottobre 2010

Everything is illuminated



Everything is illuminated

Tratto dall'omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, il film può essere diviso in tre parti.Nella prima parte il regista gioca sul tema folkloristico, ironizzando sul confronto culturale tra Jonathan e Alex. Jonathan è un ragazzo americano, pensieroso, riflessivo, nonché vegetariano (sembra essere una bestemmia a certe latitudini), Alex è Ucraino, vive mitizzando la cultura occidentale e non va a letto con donne nate prima del 1969, anno in cui a suo dire sarebbe stata inventata la posizione tantrica 69, appunto.

La seconda parte del film è rappresentata dal viaggio alla ricerca di Trachimbrod, uno shtetl di cui non si ha più traccia, il cui nome non significa nulla per i più.
Siamo quasi di fronte ad un road movie, in cui i protagonisti maturano strada facendo.
Il tema della maturazione è legato al Vedere chiaramente.
Il nonno di Alex, si finge ceco, ha vissuto sulla propria pelle la shoah, l'esperienza e il ricordo sono dentro di lui, non può separarsene. Il tema della sua cecità sembra il tentativo di rimuovere un ricordo doloroso.
Antitetica è la situazione di Jonathan: porta occhiali dalle lenti molto spesse. E' alla ricerca della verità, del ricordo, e non avendone esperienza, la sua visione è incompleta. E' fatta di oggetti e simboli che cavillosamente raccoglie per ricostruire quanto è accaduto alla sua famiglia e alla sua gente. Non a caso è un collezionista, ma la sua collezione è anomala: non legata ad una passione, piuttosto motivata dal bisogno di non dimenticare gli attimi, di non dimenticare esistenze. E la sua di vita... sembra interamente dedicata al Ricordo.

La terza parte del film è l'illuminazione. La chiarezza arriva da una donna che vive fuori dal tempo e dalla realtà. Nella scena in cui accompagna i protagonisti a Trachimbrod sembra uno spirito, quasi a simboleggiare che anche nel presente immenso è il ruolo dei “morti”.

I morti come metafora del ricordo e della Storia. Una storia intesa come un movimento profondo che travalica le esistenze, che eccede la misura del singolo essere vivente.

Sembra quasi che i nostri protagonisti abbiano il compito di trasmettere i destini e le vite che per tramite della Storia ricevono dal passato.

Quasi a dire che solo il ricordo rende giustizia a chi ha vissuto e al tempo stesso è fonte di luce per il presente, grazie ad esso ogni cosa è illuminata.

Consiglio a tutti di vederlo, ha qualcosa di poetico, che illumina e allegerisce il cuore, nonostante la pesantezza del tema.

Matilda

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