23 dicembre 2010

Un Ridente Natale

Anche quest'anno puntualmente è arrivato il Natale, con il suo carico di nostalgico intimismo, con il suo carosello di abbondanza, effusioni, giochi, saltimbanchi, figli al prodigo e pecorelle smarrite. Di fronte a tutto questo movimento io mi sono sempre sentita come una maglia che cade, in un tessuto ben fatto, compatto, costruito operosamente dalle mani esperte di un artigiano. Il Natale su di me ha sempre avuto un effetto dirompente, al punto da cercare conforto nelle teorie degli esperti di psicologia, quelli bravi. Quelli che ti dicono che il Natale come il compleanno è un momento in cui inconsciamente facciamo il punto della situazione della nostra vita. Io nei comportamenti nevrotici e compulsivi del Natale ho sempre rintracciato una certa paura: paura di essere esclusi, paura di stare da soli questa fatidica notte del '24 dicembre, paura di essere giudicati, paura anche di essere amati, in modi che non vorremmo, che ci soffocano, che ci limitano. Paura di dover essere qualcosa di diverso dalla parte che ci hanno assegnato....
Perché chiaramente il Natale, sa di famiglia, e la famiglia è sempre uno specchio in cui si riflettono tante cose: quello che siamo, quello che non riusciamo ad essere, quello che non vorremmo essere.
La novità di quest'anno è che per la prima volta, riesco a dire con un sorriso sincero Buon Natale!
Quindi Buon Natale a tutti voi, che mi leggete, commentante e in alcuni casi, mi volete pure bene. 







1 commento:

  1. Buon Natale anche a te!
    Da chi ti vuole bene, ti legge e qualche volta ti commenta.
    Sonia

    RispondiElimina