13 gennaio 2010

Negli Abissi del Nostro Animo, siamo tutti Marinai.....



Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m'interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. E' un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare. Non c'è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l'altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l'oceano.

Herman Melville, Moby Dick, traduzione di Cesare Pavese

5 commenti:

  1. Be credo che se hai bisogno di andare per mare dovresti allora fare la scelta di "900" che e' un grande .

    Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa… e la vedeva. E’ una cosa difficile da capire. Voglio dire… Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi… Eppure c’era sempre uno, uno solo, uno che per primo… la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte…magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni… alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare… e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov’era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava: l’America.”

    Grande Baricco

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  2. Ciao Yuri,
    grazie del post. E' molto bello.
    Un bacio
    Pat

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  3. 'Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio... Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.'

    un'altra bariccata, ma che dire, ci si può accanire criticamente quanto si vuole contro il narratore baricco ( come si può fare a fette qualsiasi cosa raggiunga un consenso popolare,perché il bello per certa critica intellettualistica baronale deve essere ancora fiuto di un'elite ) , ma certe intuizioni profonde restano, come pietre negli abissi.
    mi permetto di aggiungere che c'è una differenza, enorme , tra oceano e mare. in fatto di palpabilità , di colore, di immaginazione/intuizione di un' estensione incomparabile che coglie chi sosta sulla riva di un oceano invece che di un mare.
    io, lo provai.
    è questo avere dentro l'oceano, inspiegabilmente, solo in quanto esseri umani e il volerci tornare, è questo l'inizio dell'avventura di ismael.

    p.s.: nome non casuale , ismael, figlio di abramo e della sua schiava è l'esule, il vagabondo.

    mco

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  4. Grazie Marco,
    che splendido commento! Mi onorerai ancora in futuro?
    A stasera
    Matilda

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  5. Si dice che un marinaio viva a metà, quando è in mare ha nostalgia della terra, e quando è sulla terraferma sogna di essere in mare.

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